Artigianato Made in Italy: il meglio deve ancora venire
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Artigianato Made in Italy: il meglio deve ancora venire

Dare valore all’artigianato e alla piccola e media impresa, rappresentarne l’unità e contribuire alla crescita armonica in ogni Paese, soprattutto in Italia. Questa la missione di CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa) che, affiancando le imprese nel percorso di crescita e sviluppo dedica una particolare attenzione alla diffusione della cultura imprenditoriale e del lavoro fra i giovani, promuovendo sinergie con il territorio, fra Università, Centri di ricerca e innovazione tecnologica e il sistema delle PMI. Ne parliamo con Antonio Franceschini, responsabile Ufficio Promozione e Mercati Internazionale di CNA

Antonio Franceschini, CNA Nazionale, Responsabile Ufficio Promozione e Mercato Internazionale

Da un punto di vista del consumatore: ci sono state nuove particolari sensibilità negli acquisti?

Ė innegabile come gli acquisti siano stati pesantemente colpiti dalla pandemia e come tutti i settori abbiano pagato duramente questo, soprattutto nella prima fase dell’anno, quella del lockdown pressoché generale, poi con la riapertura è arrivata una ventata di ottimismo, ma molto breve. In alcune aree del Paese e per qualche realtà vi è stata la possibilità di mitigare la crisi, ma con la seconda ondata pandemica si è di nuovo piombati in un clima di incertezza. Per quanto riguarda il consumatore, dal nostro osservatorio, possiamo notare certamente una attenzione verso la ricerca di prodotti di qualità e una attenzione verso il mondo dell’artigianato, un’attenzione generale ai temi della sostenibilità intesa secondo una accezione ampia. Tendenze queste che però stentano a concretizzarsi pienamente in decisioni di acquisto perché a mio parere attorno a questi valori deve essere costruito un racconto profondo che porti il consumatore a cogliere gli aspetti intrinseci di questi e il loro aspetto economico.

 

Da parte delle aziende: come si sono mosse in questo particolare anno. Hanno posto una maggior attenzione a questi temi? Aziende nuove si sono convertite o avvicinate a queste produzioni per diversificarsi?

Le aziende hanno sofferto, ma, e penso soprattutto a quelle che fanno riferimento a noi, Artigiani e PMI, per la gran parte non ha mollato, dimostrando ancora una volta il valore etico e sociale che rappresentano per il nostro Paese con il loro insediamento nei distretti ed il grande legame con le comunità locali. Per loro natura i temi della qualità e della sostenibilità sono insiti nell’artigianato. Per quanto riguarda le nuove imprese, soprattutto quelle avviate da giovani nascono con una grande attenzione alla sostenibilità, segnale questo che fa ben sperare se lo interpretiamo comunque una tendenza generale.

 

Mercati: intravvedete nuovi sbocchi, nuove sensibilità? Ci sono settori o Paesi che sono emersi più di altri?

Il maggior tempo passato in casa ha riportato una forte attenzione verso i nostri ambienti per cui prevedo, come d’altronde indicano anche diverse indagini, aumenti di spesa oltre che sulle ristrutturazioni e efficientamento energetico grazie alla spinta delle misure incentivanti, anche spese per l’arredamento al fine di rivedere al meglio gli spazi abitativi. Il tempo passato tra le mura domestiche e le chiusure della ristorazione anche portato ad un nuovo rapporto col cibo, un ulteriore aumento quindi di attenzione all’origine dei prodotti e maggior tempo da dedicare alla cucina.

 

Sul fronte internazionale ci attendiamo, anche dai segnali registrati sul finire del 2020, un certo dinamismo dal Medio Oriente in particolare dall’aera del Golfo. Intendiamo poi presidiare e implementare le nostre attività in Africa: all’interno dei 54 Stati di questo continente vi sono realtà sulle quali vale la pena investire in termini di promozione del made in Italy e del made with Italy.