Canali distributivi: loyalty program, concorsi, regalistica. L’oggetto che piace
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Canali distributivi: loyalty program, concorsi, regalistica. L’oggetto che piace

Quali sono i prodotti più richiesti dalle aziende e più graditi dai clienti? Come e perché entrare nei programmi fedeltà delle grandi catene distributive o nei cataloghi premio 

Il concetto di premio, gratificazione, ricompensa è da oltre un secolo, con l’affermazione della grande distribuzione e la nascita dei prodotti industriali, fra gli strumenti più validi per incentivare i consumi, fidelizzare i clienti, creare empatia e non da ultimo raccogliere dati. E in una fase difficile e particolare come quella attuale, diventa più che mai necessario rinsaldare i rapporti con i consumatori.

 

Di premi come spinta alle vendite si è parlato (online) lo scorso 1° dicembre, nel corso del webinar dal titolo “L’irresistibile attrazione dei premi”, organizzato da PTE-Promotion Trade Exhibition, manifestazione dedicata al mondo dell’oggetto pubblicitario, del tessile promozionale e delle tecnologie per la personalizzazione e da HOMI- il salone degli stili di vita.

 

Dai premi utilizzati nei concorsi per creare soprattutto una spinta alle vendite e che, con l’offerta di un premio all’acquisto o la possibilità di vincere, costituiscono il primo e più importante attivatore di un percorso di engagement e il primo passo di una relazione tra brand e cliente, ai reward di alto valore percepito usati soprattutto nei collezionamenti di lungo e breve periodo e nella regalistica, per innalzare la fedeltà alla marca e all’insegna e incrementare lo scontrino medio o la frequenza degli acquisti: quali sono i prodotti più richiesti dalle aziende e più graditi dal target?

 

Partendo dal presupposto che le nuove parole chiave sono: risparmio energetico, rispetto per l’ambiente, italianità, igiene, “Quello dei premi è un mercato molto ampio e a volte sopra le aspettative” ha affermato Andrea Demodena, direttore di Promotion Magazine, introducendo il tema.

 

È difficile definire cosa può essere considerato un premio, sottolineando che le attività di loyalty generano fatturati importanti  ma sono legate ad un mercato che si trova a operare in uno scenario nuovo, in cui si calcola che circa 7 milioni famiglie italiane hanno cambiato insegna durante lockdown, e di queste il 49% si è iscritto al programma fedeltà della nuova insegna scelta. Da notare che le preferenze degli italiani rispetto ai programmi fedeltà vanno per il 40% alla raccolta punti per premi fisici. Dopo il lockdown la propensione agli investimenti in strumenti di comunicazione ed engagement da parte di insegne e retailer si attesta sul 41%. (Fonte: elaborazioni Osservatorio Fedeltà su Nielsen Consumer Panel 2020). Non semplice atto di acquisto, ma loyalty e relazione con il cliente."

Spiega Diego Toscani CEO di Promotica, agenzia leader del mercato loyalty in Italia, che i consumatori sono sempre più attenti al tema ambientale: non è sufficiente la generica etichetta green ma è richiesto un contributo comunicato con trasparenza e chiarezza. “Ciclicamente viene messa in discussione la loyalty, una ‘coccola’ che il brand fa al consumatore per raccogliere il maggior numero di benefici possibili. Siamo nell’epoca del data management e dell’uso dell’intelligenza artificiale. La loyalty dovrà quindi avere elementi di innovazione legati proprio alla capacità di raccolta ed elaborazione dei dati. Organizzare un’attività loyalty – prosegue Toscani - predispone alla raccolta di dati che il consumatore è disposto a condividere, e serve per anticiparne le scelte e organizzarne di sempre più efficaci e coinvolgenti. Legato alla loyalty è il tema della sostenibilità, un trend premiante insieme con l’italianità, un plus importante per i retailer”. Recita infatti la mission dell’agenzia: “coinvolgere i clienti dell’insegna da spettatori a protagonisti, per generare suggestioni positive grazie ad un costante effetto WOW, in un continuo processo di coinvolgimento del marchio”. Tenendo ben presenti i concetti di sostenibilità, cura della persona, gratificazione personale, stile (ovvero design e matrice italiana di oggetti utili e anche belli), comfort di oggetti “che fanno stare bene”.

 

L’importante è quindi costruire relazioni stabili nel tempo, che non si fermino all’atto dell’acquisto. Sottolinea Diego Toscani: “la loyalty diventa uno strumento per il mantenimento del consumatore, anche nel momento di difficoltà”.