Design biofilico. Portare la natura dentro
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Design biofilico. Portare la natura dentro

L’uomo ha un innato bisogno di contatto diretto con la natura e il design biofilico è lo strumento progettuale che consente di creare ambienti urbani e domestici connessi con essa, migliorando la qualità della vita.

Che la natura influisca positivamente sul benessere delle persone è cosa nota, ma prenderne piena consapevolezza con azioni concrete non è altrettanto evidente. Il confinamento e la lunga permanenza in casa durante la pandemia hanno accelerato la presa di coscienza sulla necessità di riconnettere con la natura gli ambienti urbani in generale, e gli interni delle case in particolare.

 

“Stare fermi ci rende più consapevoli dell’ambiente che ci circonda ed è una consapevolezza di cui al momento come uomini siamo del tutto privi” afferma Stefano Mancuso -scienziato, botanico riconosciuto tra i world changer per il suo approccio innovativo, nonché direttore del Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale (LINV) dell'Università degli Studi di Firenze e scrittore di vari saggi sull’intelligenza vegetale – in conversazione con Carlo Antonelli, AD di FieramilanoMedia, nel corso della Digital Edition dei BIT special talks lo scorso maggio… “rimanendo fermi si capisce cosa non funziona. Lo abbiamo fatto per le nostre case e ora dobbiamo farlo per tutto l’ambiente. E questo può essere realmente rivoluzionario. Oltre a ciò abbiamo appreso anche il valore della comunità delle persone che vivono intorno a noi, che è fondamentale per la sopravvivenza”. E ricollegandosi con il tema della botanica, si interroga: “cosa accade quando non ci si può spostare? Lo si capisce osservando proprio le piante: stare fermi è uno dei motivi classici della vita delle piante, che non si possono spostare da dove sono nate”.

 

E proprio dalle osservazioni sui processi vitali prende le mosse il design biofilico, a partire dal suo ruolo principale che è quello di migliorare la qualità della vita.

 

Solo per fare un esempio, nell’area ex Rizzoli a Milano sta partendo il cantiere per Welcome, ovvero l’ufficio biofilico del futuro che, su progetto di Kengo Kuma and Associates e con la consulenza di Stefano Mancuso, ha l’obiettivo di essere tra i più sostenibili mai realizzati, anche grazie a un impiego dell’aspetto vegetale che non è decorativo, ma essenziale.

 

Spiga infatti Mancuso: “La superficie occupata dalle città sul pianeta è intorno al 2% delle terre emerse. Da questa minuscola area provengono il 70% della C02, all’incirca l’80% dei rifiuti prodotti dal pianeta e dunque comprendiamo all’istante che è l’idea della città che dobbiamo cambiare. Dobbiamo pensare a una città compatibile con l’ambiente e la mia opinione è che grandi risultati possano essere raggiunti semplicemente utilizzando e introducendo le piante nei luoghi della vita urbana. La mia idea di città del futuro è questa: una città in cui qualunque superficie sia coperta di piante”.

 

Il futuro (sostenibile) è già qui.