Gli oggetti che piacciono al consumatore
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Gli oggetti che piacciono al consumatore

HOMI si sta preparando per rappresentare il mondo del lifestyle, quello personale e quello degli ambienti in cui si vive. Un mondo da esplorare per capire quali caratteristiche devono avere gli oggetti per sedurre il consumatore. Ne anticipiamo alcune attuali, provando anche a guardare oltre, grazie alle considerazioni della sociosemiologa Laura Rolle.

 

 

Aggiungere: la tendenza perenne

 

Ricordate il film “Scrivimi fermo posta”? L’originale è del 1940 e ha il tocco inconfondibile del regista Ernst Lubitsch. L’aspirante commessa Klara riesce a vendere un’ordinaria scatola per bonbon perché dotata di un carillon. Un semplice meccanismo che però trasporta un oggetto comune nella dimensione esperienziale per sollecitare i sensi e perfino creare consapevolezza.

 

Dunque cosa è l’esperienza? Secondo la teoria del consumer behaviour la si può classificate in 6 macro tipologie: sensoriale, emotiva, cognitiva, pragmatica, lifestyle, relazionale o sociale.

 

C’è una semplice constatazione da fare: qualunque prodotto per affascinare e conquistare la preferenza di una persona deve avere un “qualcosa in più” che tocca le corde del suo sentire. Klara, l’aspirante commessa, propone la scatola di bonbon a una signora avvertendola che il suono del carillon, all’apertura della scatola, sarà un ammonimento per rispettare la dieta che si è imposta. Acquisto concluso con successo perché coglie un bisogno sentito. Gli studi di psicologia del consumatore lo confermano.

 

Allora per l’esperienza sensoriale cosa ci sarà da aggiungere? Tutto quello che tocca i cinque sensi. Oggetti morbidi e dalle forme organiche, perfetti per distendere e rassicurare, superfici da toccare per percepire sinuosità, colori vividi e vitaminici per dare energia, tracce olfattive che caratterizzano un prodotto e rilasciano nell’ambiente un alone, una sorta di aura benefica.

 

Per i suoni che identificano un prodotto ci sono straordinari studi sull’acustica dei materiali, il timbro del legno, il fruscio della seta, ma anche soluzioni che accompagnano il secco clack di una chiusura, o un soffice tono che si disperde subito. La luce gioca un ruolo scenografico, non è solo quella dei corpi luminosi, come appunto le lampade, ma è quella riflessa e catturata dalle superfici che la rifrangono. Raggi di luce che sono scintille allegre.

 

 

L’emozione è l’ingrediente più importante

 

L’esperienza è un provare, un sentire, l’emotività è il più potente ingrediente che si può aggiungere a un prodotto.

 

Cosa stimola l’emotività? In psicologia sono state individuate decine di diverse tipologie di emozioni positive, negative, neutre. Ne abbiamo scelte tre estremamente rilevanti: gioia, divertimento, nostalgia. I prodotti che si conformano a queste emozioni primarie attivano aree del cervello di fondamentale importanza per suscitare l’emozione positiva che lega la persona all’oggetto. Così la nostalgia è l’ingrediente vincente del vintage, quello che lo rende vivo e irrinunciabile presenza rassicurante. L’oggetto che sembra un ricordo di famiglia suscita nostalgia anche quando è reinterpretato in chiave contemporanea, senza la polvere del tempo, purificato e attualizzato in un complemento d’arredo diventa segnale di memoria, fonte di sogni su un passato immaginario.

 

 

Oggetti che trasmettono gioia

 

Divertimento, gioco, intrattenimento, scaccia-noia ecco le qualità di articoli per la tavola che sebbene perfettamente funzionali e pratici nel loro utilizzo devono essere capaci di strappare un sorriso, di far compiere un gesto buffo, ma sicuramente efficace nel raggiungere lo scopo. L’emozione più ricercata? Sicuramente la gioia! Può essere interpretata in vario modo e grado. L’area del tessile declina con creatività questo sentimento. La casa si fa bozzolo accogliente, ovatto per una gioia intima. Gli arredi verdi procurano una gioia solare. Volete un momento di gioia ilare? È quella del buon umore che trasmettono le cose fatte bene con le proprie mani, un bricolage fra l’artistico e l’artigianale, con l’aggiunta del proprio senso estetico.

 

 

Sostenibilità è: trasformazione continua

 

“Uno dei Deep Trend che identifichiamo – spiega Laura Rolle, co-founder di BlueEggs, società che con i suoi Deep Trend aiuta i manager a progettare l'innovazione di brand, prodotti, strategie di comunicazione – ha a che vedere con il concetto di durata, e lo abbiamo definito 'ad aeternum'. I prodotti devono avere un alto indice di riparabilità e i produttori devono prevedere la possibilità che alcune parti vengano sostituite, nella logica di riparazione ma anche di trasformazione. Quando un manufatto ha esaurito la sua funzione primaria può essere modificato in modo da occupare uno spazio diverso. Si parla molto di impegno nell’ecosostenibilità, ma allora perché non scegliere prodotti che rispondono al concetto di durata? La longevità, la possibilità di riadattare, riparare e reinterpretare un prodotto deve guidare le scelte dei produttori”.

 

 

L’io in tutte le cose

 

La personalizzazione è un’altra costante da alcuni anni grazie a soluzioni tecniche sofisticate, ma semplici da proporre a un consumatore che vuole l’unicità. Riaffermare la propria personalità, rendere visibile il proprio gusto, le proprie preferenze è una richiesta percorribile facilmente e velocemente. Così se un tempo le proprie iniziali ricamate su una tovaglia erano la sola personalizzazione possibile, oggi le macchine a stampa digitale, quelle per ricami, quelle che adornano una maglietta, ma anche un vaso di brillanti paillette o borchie sono alla portata di tutti. Già si sta andando oltre con quella che possiamo chiamare meta-utopia. Lo smartphone è lo strumento che consente di vivere avventure partendo dall’inquadratura di un qr-code evoluto, si accede alla realtà aumentata, alla virtuale animazione che proietta un oggetto nel meta spazio. In attesa di visori più economicamente accessibili per entrare nel metaverso, si può cominciare con la realtà aumentata che, suggerita una storia, può essere costruita a misura di committente.

 

 

Il detonatore del wow

 

Cosa succede quando l’effetto sorpresa ci coglie? Aumenta il battito cardiaco e il respiro si fa più breve, una sensazione fisica che va di pari passo con quella mentale. Per ottenere l’effetto wow gli espedienti sono molti, il sorprendente e l’inaspettato però potrebbero non raggiungere il risultato auspicato se prima non si riesce a solleticare la curiosità, a far lavorare la fantasia e soprattutto bisogna saper attivare il desiderio di essere co-autori di un processo. L’effetto wow è tutto ciò che supera le aspettative, allora se l’unboxing è l’effetto wow dell’e-commerce, ci vuole molto di più per sorprendere quando si tratta di prodotti conosciuti e usati da tempo, merceologie che fanno parte del panorama che adorna la casa.

 

La tecnologia mette in atto soluzioni di esuberanza, aprite il frigo e la luce è quella dell’aurora boreale, pochi secondi di illusione d’essere al Polo. Uno effetto serotonina vi pervade quando un cuscino vi massaggia le spalle. Il calore della mano cambia il colore della bottiglia mentre versate lo spumante. Il campanello alla porta illumina l’ingresso di casa con fantasmagorie luminose quando riconosce l’ospite. Alla meraviglia bisogna però dare stabilità altrimenti non sorprende più. Così la tecnologia consente l’on/off, l’attivare e il disattivare il dispositivo.

 

“I prodotti di oggi e di domani – sottolinea Laura Rolle – devono essere leggeri, ovvero devono avere un contraltare immateriale. Con BlueEggs definiamo questo modello come 'evanescent': il prodotto definito nella sua concreta volumetria dovrà dialogare con il digitale; il progetto dovrà prevedere una dimensione di smaterializzazione, quasi metafisica, come ci indica il Metaverso. Siamo oggi in una fase rivoluzionaria di commistione continua tra online e offline, tra naturale e artificiale, tra passato, presente e futuro, tra realtà e finzione, tra visibile e invisibile”.

 

 

Dalla social distance alla social intimacy

 

Interazioni sociali e stretti legami che scorrono fra online e l’offline senza soluzione di continuità. Community è il nuovo paradigma e si costruiscono attorno a un tema. Ricamare, dipingere, reinventare mobili e oggetti. Arti antiche e nuove condivise in gruppi reali e virtuali. Una creatività collettiva che stimola il piacere di pensare e di fare insieme. Tornano alla ribalta i set di attrezzi, le cassette piene di strumenti, utensili professionali sempre più performanti e specializzati, adatti anche a mani femminili. Il costruire è un’esperienza di creatività veramente femminile. Poi si mette tutto online, si condivide sulle piattaforme social e si riparte con un nuovo progetto pensato insieme.

 

“Le parole chiave – spiega Laura Rolle – sono: comunità aumentate, coesistenza, interdipendenza, connessioni solidali, società selettiva. Dobbiamo andare oltre i target. Con 'bubble community' noi suggeriamo di guardare a comunità temporanee, progettando collezioni temporanee: pensiamo alle neomamme che acquistano un prodotto legato a un momento preciso della vita. Trascorso questo, il prodotto può essere rimesso in circolo, condiviso con le comunità di quartiere in uno spirito di vera sostenibilità”.