I nuovi trend del design: casa e sostenibilità
Osservatorio - Il Sole24Ore

I nuovi trend del design: casa e sostenibilità

La pandemia sta accelerando cambiamenti epocali già in atto nello stile di vita e nella cultura del lavoro. L’Italia deve essere interprete della transizione.

A cura di Il Sole 24ORE Radiocor

 

Sostenibilità, intimità e comodità sono le direttrici che sta seguendo il mondo del design per rispondere alle nuove esigenze  del consumatore, create sia da una maggiore sensibilità alle problematiche del rispetto dell’ambiente e del sociale, sia dalla pandemia da coronavirus, che ha relegato a casa milioni di persone.

 

 

 

La pandemia accelera trend strutturali

 

 

L’emergenza sanitaria scoppiata a inizio 2020 ha provocato una rivoluzione nello stile di vita negli uomini e donne di tutto il pianeta, con le relazioni sociali ridotte ai minimi termini e la casa diventata un nuovo centro di gravità. I cambiamenti innescati in modo repentino e violento dall’emergenza sanitaria molto probabilmente non termineranno con l’arrivo di un vaccino o di una cura e il ritorno alla normalità, ma saranno strutturali. A detta degli esperti, in effetti, il Covid-19 e i conseguenti lockdown alla fine hanno solamente accelerato trend già in atto, trasformando in modo profondo e veloce la cultura del lavoro. Tanto è vero che un gruppo come Twitter ha già annunciato che permetterà ai suoi dipendenti di continuare a lavorare da casa a tempo indefinito. Potranno farlo tutti i dipendenti del social media che lo desiderano e il cui ruolo non esige la presenza in sede. Anche altre aziende hanno allo studio soluzioni simili.

 

 

 

La casa fulcro centrale della vita

 

 

E’ evidente, dunque, che la casa diventerà il fulcro centrale della vita di tutti e andrà ripensata. Con essa il design e l’arredamento, verso i quali probabilmente ci sarà sempre maggiore attenzione e forse capacità di spesa. Non a caso la ‘Nuova Intimità’ è stato il tema centrale della Dutch Design Week, la fiera internazionale del design che si è tenuta in Olanda a ottobre, ovviamente in modalità virtuale. Intanto architetti e designer stanno cercando risposte non solo per le esigenze del momento imposte dai lockdown, ma anche per i nuovi trend che si profilano all’orizzonte. Un nuovo modo di vivere le relazioni sociale imporrà un’innovazione nell’organizzazione degli spazi negli appartamenti e nella fruizione dei servizi. Per il design, comunque, si aprono una miriade di opportunità.

 

 

 

Cresce l’attenzione alla sostenibilità

 

 

Altro trend imprescindibile per il mondo del design, già in atto da qualche tempo, è l’attenzione ai criteri ESG (environmental, social and governance). L’Italia potrebbe dare la linea in tema di sostenibilità, cercando di coniugare il rispetto dell’ambiente e della natura con l’architettura contemporanea. Del resto in architettura  il concetto del ‘Bosco verticale’ dello Studio Boeri ha fatto il giro del mondo, intrecciando indissolubilmente casa e verde. Lo scorso giugno, inoltre, Alessi, azienda di produzione di oggetti di design, ha approvato la sua trasformazione in società Benefit, ovvero società che oltre a perseguire lo scopo di lucro si pone come obiettivi una o più finalità di beneficio comune, in modo responsabile, sostenibile e trasparente. Alessi è stata la prima azienda del design a intraprendere questa strada, ma probabilmente sarà l’apripista in un mondo sempre più attendo ai temi del climate change e dell’ambiente.

 

 

 

Design italiano ambasciatore nel mondo

 

 

La creatività italiana, da sempre, è sotto la lente del mondo intero e continuerà ad esserlo se rimarrà al passo con i tempi e se troverà il proprio sbocco sui mercati internazionali. Fare previsioni sull’andamento del business, in tempo di pandemia, è estremamente complicato. Secondo le stime di Bain & Company, le spese generali per i beni personali di lusso (nei quali rientra anche il design e l’art de table) torneranno ai livelli del 2019, attorno a 281 miliardi di euro, solamente nel 2022 o forse anche nel 2023, mentre quest’anno scivoleranno attorno a 220 miliardi di euro. Prospettive fosche, ma con connotazioni di speranza. La domanda cinese, ad esempio, è in forte ripresa e il design italiano ormai ha come palcoscenico il mondo. Del resto a partire dal 2016, anche la Farnesina ha riconosciuto l’importanza del settore non solo come elemento di identitario del marchio-Italia, ma anche come leva per l’internazionalizzazione e per l’export.

Infografica

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