Materiali innovativi? Sì grazie, purché siano green
News

Materiali innovativi? Sì grazie, purché siano green

Di cosa sono fatti gli oggetti che popolano le nostre case? Cosa dobbiamo guardare oltre a bellezza e qualità, cardini indiscussi del Made in Italy?

Ci sono punti fermi dai quali non ci si può più permettere di prescindere. E la scelta consapevole dei materiali è uno di questi. Che siano nuovi, o già noti ma usati in modo innovativo, l’importante è che non impattino sull’ambiente e che siano risultato dell’ottimizzazione delle risorse. Perché l’essere green sta diventando una necessità per tutti i brand.

 

Ecco qualche esempio virtuoso, che grazie al design valorizza al meglio, vuoi le caratteristiche di una porcellana di nuova formulazione (Hyper*P), come nel caso della collezione modulare Aria di Richard Ginori particolarmente resistente agli urti, vuoi quelle del bamboo, piuttosto che del poliestere o anche del PVC. Sì, perché attenzione: non tutta la plastica viene per nuocere…

 

Il tessuto in plastica riciclata PVC utilizzato da Pappelina per realizzare i suoi tappeti tessuti a mano è rigorosamente esente da ftalati e certificato dal Reach. Le caratteristiche di atossicità e resistenza ai raggi UV, sono garanzia di lunga durata e igiene, oltre che ideali per chi soffre di allergie. Il marchio svedese, il cui nome deriva dall’unione di “paper” e “lino” – giocando con il nome della fondatrice “Lina” Rickardsson – che erano i materiali iniziali con cui venivano realizzati i prodotti, ha pronta la nuova collezione di plaid Ylva, caratterizzata da un'esclusiva combinazione di lana organica e ciniglia di cotone organico.

 

Dalla plastica deriva, ad esempio, anche il poliestere che è un polimero derivante dai materiali di scarto e riciclo, nonché una delle fibre sintetiche più utilizzate nel settore tessile. E’ il tessuto di elezione del marchio danese Umage che lo sceglie per rivestire poltrone e complementi, perché il vantaggio rispetto ai tessuti naturali come lana e cotone è la sua resilienza e lunga durata, ma soprattutto il fatto che la sua produzione necessiti di meno risorse del cotone ed è più facile da riciclare. Si stima infatti che per ogni chilo di cotone vi siano emissioni per 40 chilogrammi di CO2 per l’intera catena di produzione, mentre per un chilogrammo di poliestere se calcolano solo 5 di CO2…

 

Se quindi non tutti i materiali naturali sono ideali per un’industria sostenibile, anche il legno va selezionato con cura. Il bamboo è protagonista della linea Natural Love di Tognana, “scelta ideale per un mondo sempre più green” perché assorbe anidride carbonica e rilascia molto più ossigeno rispetto ad altri tipi di legno. Inoltre è rinnovabile, contrasta l'inquinamento atmosferico e preserva l’ecosistema.

 

Perché a ogni attività umana corrisponde un’impronta. L’importante è esserne consapevoli e scegliere la strada con l’impatto minore.