Oggetti fatti a mano e con cura Il nuovo consumatore è “ethically-minded”
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Oggetti fatti a mano e con cura Il nuovo consumatore è “ethically-minded”

Il fatto a mano “contiene più amore”. Lo dimostra uno studio secondo il quale le persone sono meglio disposte verso l’acquisto di beni realizzati da persone e non da macchine. 

La tendenza ha iniziato a farsi largo fin dagli inizi dell’emergenza sanitaria, quando gli atelier artigianali e le produzioni locali hanno conosciuto una fase di espansione. Una sorta di rinascita che, favorita dalla riscoperta di valori del passato e dal desiderio di staccare dalla crisi e dalle emergenze, si è andata consolidando fra coloro i quali hanno saputo aprirsi a un mercato globale pur mantenendo le specificità locali.

 

“La pandemia cambierà i valori intorno alla sostenibilità, intensificando il dibattito che ruota attorno al materialismo, al consumo eccessivo e alle pratiche commerciali irresponsabili” osserva a tal proposito il professor Giovanni Maria Conti, docente di Storia e Scenari della Moda al Politecnico di Milano.

 

Lo studio pubblicato sul Journal of Marketing statunitense – citando le ricerche di Stijn van Osselaer della Cornell University – chiama “handmade effect” quel fenomeno che ha portato i consumatori a considerare l’artigianalità come valore aggiunto. Stando ai risultati della ricerca, il cambio di ritmo imposto dalla pandemia globale avrebbe infatti portato il consumatore a riconsiderare le proprie necessità e priorità, e a considerare l’artigianalità come valore aggiunto, capace di guidarne le scelte e incrementare le vendite.

 

In Italia le imprese artigiane e le piccole medie imprese (PMI) generano un valore aggiunto del 67 per cento, il 10% in più rispetto alla media europea.