Il tessile per la casa supera la dura prova della pandemia
Osservatorio - Il Sole24Ore

Il tessile per la casa supera la dura prova della pandemia

Il settore del tessile sta vivendo un periodo complicato iniziato l’anno scorso dopo lo scoppio della pandemia, che ha causato una brusca frenata dell’economia, la chiusura prolungata dei negozi e le difficoltà del settore della moda. D’altra parte, le società del comparto più specializzate sulla casa hanno beneficiato di un crescente interesse per la cura delle abitazioni, innescato proprio dai ripetuti lockdown.  

A cura di Il Sole24ORE

 

L’immediato futuro è incerto, ma il graduale ritorno alla normalità favorito dalle vaccinazioni di massa che si profilano all’orizzonte, dovrebbe consentire un recupero del settore. Gli esperti sono positivi sulle aziende specializzate nell’Home Fashion visto che è probabile che lo smart working rimarrà strutturale per numerosi comparti produttivi, anche se ovviamente sarà ridotto a qualche giorno a settimana. Il nuovo stile di vita che prevedibilmente prenderà piede, darà con grande probabilità una spinta al comparto dei prodotti per la casa.

 

 

La quotata Caleffi supera in anticipo i propri obiettivi

 

Da Piazza Affari sono arrivate indicazioni positive per il settore dell’Home Fashion. Caleffi, la storica azienda di biancheria per la casa quotata in Borsa, ha annunciato di avere bruciato in anticipo le tappe fissate nel Piano industriale 2019-2022, nonostante la crisi provocata dalla pandemia all’economia italiana. Già a fine 2020 è infatti riuscita a raggiungere gli obiettivi che si era proposta di ottenere nel 2022. Quotata sul Mercato Telematico Azionario di Borsa Italiana, ha comunicato i dati preliminari consolidati 2020, che hanno confermato l’eccellente performance con il fatturato consolidato atteso in crescita tra l’8% e il 10% rispetto al 2019, attorno a circa 56 milioni di euro. L’ebitda margin adjusted è stato indicato attorno all’11%, con una redditività triplicata rispetto a 1,9 milioni di euro nel 2019. La società stessa ha spiegato di avere beneficiato della maggiore attenzione nei confronti della casa, scoppiata proprio con la pandemia. «La forzata dilatazione dei tempi trascorsi nell’ambiente domestico da parte delle famiglie, per effetto dei ripetuti lockdown, ha reso estremamente più importante il ruolo del tessile casa, utile per creare un habitat più bello e confortevole per la famiglia», ha indicato Caleffi. L’azienda, per altro, ha registrato un’impennata delle vendite sull’e-commerce, che potrebbe essere il nuovo dictat per le società dell’intero settore.

 

 

Domanda in crescita anche per la francese Stof, focus sulle stampe

 

Anche la francese Stof, fondata circa trenta anni fa, che opera con i marchi Stof France, Valdrome France, Laura Lancelle Paris e Lovely Casa, nell’ultimo periodo ha registrato «un incremento della domanda» per i propri prodotti tessili rivolti alla casa. «C’è una maggiore attenzione delle persone alla casa – ha spiegato Michel Viscio, Export manager del gruppo – in più abbiamo venduto tante stoffe anche per il fai da te». In effetti oltre a una maggiore propensione ad acquistare tende, tovaglie o copripiumini e altri articoli per la casa, sono andate a ruba le semplici stoffe visto che le persone chiuse in casa hanno ripreso in mano ago e filo. «Le nostre stoffe sono state acquistate per il fai da te. Anche per cucire vestiti, con le persone che nei periodi di severe restrizioni hanno riscoperto la propria creatività», ha spiegato Viscio, sottolineando che un boom di acquisti è stato registrato nel mondo riferito all’infanzia, sia di oggetti già confezionati, sia di stoffe utilizzate per produrre articoli fai da te.  È esploso anche il filone dell’arte creativa rivolta ai bagagli e alla valigeria», ha continuato il manager. A livello di stile, quest’anno stanno andando a ruba le stoffe stampate, raffiguranti piante e fiori, forse per una maggiore attenzione al decoro delle case, forse per una maggiore sensibilità verso l’ambiente. I colori più gettonati sono il  kaki, il carry, che è l’evoluzione della senape, i verdi scuro, il petrolio o il color terra cotta. «La domanda si rivolge maggiormente verso tinte polverose, più che  verso colori decisi – ha detto ancora Viscio – dunque c’è stata grande richiesta delle sfumature del grigio, del jeans e del carry». Forse per un maggior bisogno di delicatezza da parte delle persone, che si trovano ancora a fare i conti con un periodo complicato. L’attenzione alla sostenibilità inizia a farsi sentire nella scelta dei tessuti. «La domanda da parte dei nostri clienti è crescente verso i prodotti biologici: sono richiesti i cotoni naturali, le fibre naturali provenienti ad esempio dal bambù. Sta crescendo l’interesse anche verso i materiali riciclati».

 

 

Tessitura Toscana Telerie vede positivo per il 2021

 

Vede positivo per il 2021 anche Tessitura Toscana Telerie, azienda nata a Firenze nel 1947 e specializzata nella biancheria per la casa. «Soprattutto dall’ultimo trimestre dello scorso anno e all’inizio del 2021 il settore della casa ha registrato una ripresa. Così prevediamo di chiudere il bilancio del 2020 in linea con quello del 2019», ha commentato Massimo Coppetti, responsabile commerciale dell’azienda. «Pur mettendo le mani avanti, siamo positivi per il 2021, anche se risentiamo dell’assenza del turismo». Il manager ha tenuto a sottolineare che «spesso si dimentica che tanti oggetti per la casa, come ad esempio una tovaglia, sono spesso acquistati come souvenir dell’Italia o di una località turistica». Insomma il cliente delle aziende di biancheria è spesso il viaggiatore, complice il fatto che «quando si è in vacanza si è più positivi e propensi a spendere anche per articoli per la casa». In ogni caso, ha rimarcato Coppetti, «rispetto ai cugini che producono tessile per l’abbigliamento, andiamo sicuramente meglio e quindi non ci lamentiamo». Tessitura Toscana Telerie è molto attenta alla qualità dei prodotti, così come gran parte delle aziende del Made in Italy, che cercano di competere nel mondo facendo leva sul bello e ben fatto. Così per Tessitura Toscana Telerie è cruciale la ricerca e selezione dei materiali migliori e dei processi produttivi più avanzati. Ad esempio l’azienda ricerca i migliori cotoni egiziani a fibra lunga, o l’eccellente lino europeo della Normandia. Le materie prime selezionate nel mondo sono poi tessute in Italia da fornitori affidabili e sono poi disegnate con una raffinata stampa digitale. Anche il filone della sostenibilità è nel radar della società toscana. «Stiamo facendo una ricerca nel packaging per cercare di ridurre l’uso della plastica e di usare quella riciclata», ha spiegato ancora Coppetti, che inoltre ha ricordato l’attenzione di Tessitura Toscana Telerie verso i prodotti naturali. «Usiamo cotone e lino che sono naturali. Da poco stiamo lanciando la canapa, un prodotto che non solamente è naturale, ma che è quasi biologico in sé e per sé richiedendo meno uso di acqua rispetto alle coltivazioni di altre piante e non imponendo il ricorso ai pesticidi». La strada sul sentiero della sostenibilità è però ancora lunga. «Ad oggi non esiste ancora una vera e propria tracciabilità di tutte le fibre, per cui anche la nostra produzione, pur essendo attenta all’ambiente, non è organica al 100%, se non al limite per produzioni ‘private label’ di elevata qualità».

 

 

Dal lino alla canapa: la riscoperta delle fibre naturali

 

Le aziende del tessile, per rispondere alla crescente domanda di consumatori attenti ai temi della sostenibilità, cercano di proporre materiali naturali, la cui produzione è rispettosa dell’ambiente. Il trend potrebbe caratterizzare le future collezioni e potrebbe comportare un sodalizio stretto tra comparto del tessile e agricoltura.

 

Di recente l’associazione Donne in Campo della Cia-Agricoltori Italiani ha registrato il marchio «agritessuti», per realizzare una filiera del tessile Made in Italy 100% ecosostenibile e che utilizzi tessuti naturali con tinture naturali, realizzate con prodotti e scarti agricoli, come le foglie del carciofo bianco, le “tuniche” delle cipolle ramate, le scorze del melograno, i ricci del castagno o i residui di potatura del ciliegio e dell’ulivo.  Del resto, l’industria tessile andrà ripensata, considerando che è una delle più inquinanti. E l’Onu stessa ha richiesto nuovi sistemi di produzione a minore impatto ambientale entro il 2030. Nell’ambito dell’home fashion, le aziende stanno da poco riscoprendo un prodotto antico, ma che era stato accantonato negli ultimi anni: la fibra in canapa. L’Italia, fino alla Seconda guerra mondiale, era il più grande produttore al mondo di canapa, dopo la Russia. La fibra fu poi sostituita dal cotone o dal nylon. Fu inoltre messa sul banco d’accusa anche perché associata alla marijuana. Dal 2016, però, è di nuovo possibile produrre canapa anche in Italia. Oltre ad essere estremamente resistente, la canapa assorbe molto l’umidità grazie alle sue grandi cavità interne. Ha una buona capacità di dispersione del calore per cui i tessuti rimangono freschi d’estate ma caldi d’inverno. Assorbe poco gli odori, anche quelli del corpo, ha una maggiore protezione verso i raggi UV, rispetto ad altri materiali, e possiede una carica elettrica che stimola la pelle favorendo anche la circolazione del sangue. Non è soggetta ad acari, muffe, funghi e tarme, ed è anallergica.

 

Canapa a parte, in Italia oggi è riscoperta anche la coltivazione del lino, che regala una fibra resistente alle lacerazioni e all’usura. Fra tutti i prodotti tessili naturali, il lino è termoregolatore e igroscopico, con un grande potere di assorbimento dell’umidità. Essendo cava, la fibra del lino offre una sorta di camera d’aria che svolge un’importante funzione di protezione dagli sbalzi di temperatura, ossia protegge dal caldo tanto quanto dal freddo. Ad ogni modo sul mercato si affacciano anche nuovi prodotti inediti e tutti da scoprire, come stoffe realizzate con piante interessanti, come la soia, denominata anche cachemire vegetale, i semi di ricino, che possono essere impiegati per produrre nylon biobased. In Italia potrebbe essere riscoperta anche la coltivazione del gelso indispensabile per allevare i bachi da seta. Ci sono poi fibre tessili molto innovative di ultima generazione che si ottengono da una serie di sottoprodotti alimentari come gli scarti delle arance, dell’uva, delle mele.